Come determinare l’errore medico e come denunciarlo

Come determinare l'errore medico e come denunciarlo

La vittima di un caso di malasanità e i suoi congiunti hanno pieno diritto di fare chiarezza su quanto accaduto al fine di individuare eventuali responsabilità da parte del medico operante e della struttura ospedaliera che ha preso in carico il malato.

Questo al doppio scopo di ottenere un risarcimento danni adeguato nonché di evitare, quando possibile, che altri pazienti si ritrovino nella stessa situazione. Prima di procedere con la denuncia è però indispensabile avere ben chiaro come determinare un errore medico, quali casi possano rientrare in questa definizione e quali sono i passi da compiere, a partire dalla raccolta delle prove documentali necessarie a qualsiasi azione legale si scelga di intraprendere.

Errore medico: definizione ed esempi

Il linea generale, ci troviamo di fronte a un errore medico quando è dimostrabile uno scostamento più o meno importante tra l’operato e quelle che sono le linee guida e/o le buone pratiche cliniche e assistenziali che medici e operatori sanitari sono tenuti a seguire pur adattando le proprie azioni al singolo caso.

La legge Gelli-Bianco (24/2017) fa il punto sul tema della responsabilità medica partendo da questo presupposto.

Nel concreto, un errore medico può essere il risultato di una condotta commissiva e/o omissiva: azioni non dovute, oppure male eseguite o inefficaci, così come mancati interventi, necessari a salvaguardare la salute e la vita del paziente, possono essere ugualmente all’origine del danno lamentato.

In ambito sanitario si può essere vittime di:

  • errore umano, dovuto a imperizia, negligenze e violazioni delle norme;
  • errori organizzativi all’interno della struttura, tali ad esempio da impedire l’efficace gestione di un’emergenza.

L’errore medico può avvenire in ogni fase del trattamento, a partire dalla diagnostica e dalle tempistiche di presa in carico e cura dei pazienti, per arrivare al decorso post-operatorio, passando per l’intervento chirurgico in tutti i suoi risvolti. Possono essere all’origine di danni risarcibili anche l’utilizzo scorretto e la mancata manutenzione e pulizia della strumentazione, così come la prescrizione o al contrario la mancata prescrizione di farmaci e terapie.

Se si ritiene quindi di essere vittima di un errore medico, cosa fare?

Errore medico: a chi rivolgersi

È a questo punto utile capire come denunciare un errore medico nel modo più corretto ed efficace per il caso specifico.

In primo luogo è assolutamente necessario mettersi nella posizione di poter dimostrare, attraverso prove documentali e incontrovertibili, il nesso tra il presunto errore medico e il danno riportato. Raccogliere tutte le carte relative all’evento, le cartelle cliniche, i referti, le prescrizioni e tutto quanto può essere utile allo scopo è il primo passo, indispensabile ad accertare le responsabilità scongiurando al contempo il rischio di controquerele.

È consigliabile rivolgersi ad avvocati e consulenti specializzati nel campo del risarcimento danni da errore medico, che non solo potranno aiutare a fare il punto sulle informazioni a disposizione e sulle migliori strategie da adottare in sede legale, ma anche accompagnare la vittima e i suoi famigliari attraverso la procedura.

Un supporto legale è poi essenziale durante il tentativo di conciliazione stragiudiziale che precede la causa vera e propria. Un consulente può aiutare anche a individuare, quando necessario, i casi più gravi, di rilevanza penale, per i quali è indicato rivolgersi alle Forze dell’Ordine e avviare un’inchiesta specifica.

Scegliendo di procedere in sede civile, l’obiettivo sarà dimostrare le responsabilità contrattuali della struttura ospedaliera e/o quelle extra-contrattuali del medico che ha preso in cura il paziente. In una causa per danno da errore medico si andrà, sempre con il supporto dei consulenti e attraverso perizie di parte, a quantificare il danno subito, sia per ciò che riguarda le lesioni fisiche che per le ricadute di queste sull’attività lavorativa – e di conseguenza sul reddito – e sulla vita psichica e di relazione del paziente.

Al fine di aumentare le possibilità di riuscita dell’azione legale la denuncia di un errore medico deve essere quanto più possibile tempestiva, entro poche settimane da quando il danno viene rilevato. I tempi di prescrizione variano invece dai 5 ai 10 anni, anche a seconda che la causa sia intentata contro il medico o contro la struttura.

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