Come ottenere un risarcimento danni in quanto vittima di malasanità

Come ottenere un risarcimento danni in quanto vittima di malasanità
Chi è vittima diretta o indiretta di un caso di malasanità ha la possibilità di intraprendere un percorso in sede civile e penale al fine di ottenere un equo risarcimento del danno subito.

La questione è di estrema delicatezza e lo stress emotivo che accompagna questo genere di eventi può far sorgere più di un dubbio su come muoversi ed entro quali limiti. Ecco allora alcuni consigli sulla procedura da seguire in caso di malasanità.

Cosa fare in caso di malasanità

Sono numerosi e differenti tra loro i casi che possono essere inclusi nel novero della malasanità, a partire dagli errori diagnostici e dai conseguenti trattamenti errati per arrivare a incidenti in sala operatoria e nelle procedure post-operatorie, in tutte le loro declinazioni, e ciò di fatto per qualsiasi campo e reparto della medicina.

Per capire cosa fare in caso di malasanità è necessario, in primo luogo, avere un quadro completo e per quanto possibile obiettivo dell’evento che si intende denunciare. Senza che questo distolga dal più che legittimo intento di ottenere un giusto indennizzo, è bene non sottovalutare la necessità di poter dimostrare, attraverso documenti ufficiali, cartelle cliniche e dati oggettivi, di essere a tutti gli effetti vittima di un errore medico o di una qualsiasi forma di negligenza o insufficienza imputabile a una struttura sanitaria.

Già in questa prima fase può fare la differenza essere affiancati da esperti del settore, al fine di analizzare concretamente la situazione, valutare i dati certi e le possibilità di successo di una causa legale e stabilire la strategia più adeguata ad avanzare richiesta di risarcimento.

Malasanità: come procedere

1 – A chi rivolgersi in caso di malasanità

Appurato, con ragionevole certezza, di essere vittima di un caso di malasanità, a chi rivolgersi? Le figure più indicate in questo frangente sono medici legali, avvocati e consulenti specializzati, cui sottoporre tutta la documentazione del caso. In primo luogo, servirà recuperare il consenso informato firmato prima dell’intervento, ma anche cartelle cliniche e referti nonché eventuali prescrizioni terapeutiche o farmacologiche.

È importante non tralasciare nulla – tutti i dati e le informazioni sul cambiamento delle proprie condizioni di salute possono nel contesto dimostrarsi di una certa rilevanza ai fini della perizia di parte – e non esitare a considerare anche i risvolti psicologici, emotivi e relazionali dell’accaduto. Questi elementi possono infatti rientrare tra i danni morali ed esistenziali e come tali essere risarciti, contestualmente alle lesioni fisiche riportate.

Ugualmente importante è dettagliare eventuali ripercussioni (temporanee o permanenti) sul piano lavorativo e quindi sulla capacità reddituale.

Il medico legale e l’avvocato interpellato avranno così gli strumenti per stabilire il nesso causa-effetto tra l’episodio di malasanità denunciato e i danni riportati e, nei casi più gravi, richiedere alle autorità competenti indagini più approfondite, avviando parallelamente le pratiche della denuncia.

2 – Come denunciare la malasanità

Raccolte e verificate tutte le informazioni disponibili sul caso e quantificati dagli esperti i danni riportati, si dovrebbe essere infine nella posizione di poter stabilire come denunciare la malasanità subita.

La vittima di un caso di malasanità o i suoi congiunti hanno la possibilità di agire in sede civile e/o penale.

  • L’azione civile può essere indirizzata sia nei confronti del medico ritenuto responsabile di errori, imperizia o negligenza che nei confronti della struttura ospedaliera, pubblica o privata, per le sue mancanze. La causa ordinaria che ne deriva avrà lo scopo di ottenere il massimo del risarcimento.
  • L’azione sul piano penale prevede invece in primo luogo una denuncia alle Forze dell’Ordine, cui seguiranno indagini specifiche sul campo. Si tratta di una soluzione di norma riservata ai casi più complessi e gravi – che includono generalmente lesioni permanenti e decesso del paziente – e da prendere in considerazione solo quando in possesso di sufficienti prove a sostegno dell’accusa, tali da scongiurare i rischi connessi a eventuali controquerele e denunce per calunnia e/o diffamazione.

È bene infine ricordare che una denuncia per malasanità richiede una certa tempestività. È infatti necessario, nella grande maggioranza dei casi, agire entro tre mesi dall’evento. Ciò non vale tuttavia in caso di decesso del paziente, evento che cade in prescrizione scaduto il termine di dieci anni.

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