Incidente stradale: risarcimento danni da colpo di frusta e postumi
In seguito a un tamponamento, un urto o una brusca frenata, non è raro che conducente o passeggeri riportino un trauma alle vertebre cervicali, più noto come colpo di frusta. Pur trattandosi di un infortunio comune, e in molti casi fortunatamente di un danno reversibile, è bene comprenderne la natura e non trascurarlo, sia per non compromettere la guarigione e ridurre i postumi, sia per gestirlo correttamente ai fini del risarcimento.
Come vedremo, non sempre il danno è pienamente dimostrabile e di conseguenza risarcibile, ma in molti casi è più che giusto insistere in questa direzione per ottenere quanto spetta. Vediamo quindi come funzionano, in caso di colpo di frusta, risarcimento danni ed eventuali indennizzi aggiuntivi per conseguenze a lungo termine, e quali siano, al contrario, i casi soggetti a esclusione.
Colpo di frusta: quali sono le condizioni per il risarcimento
Per prima cosa è bene comprendere, al di là del concetto comune di colpo di frusta, di che tipo di infortunio si tratti e quando è il caso di avanzare richiesta di risarcimento in questo senso.
Si può parlare di colpo di frusta quando il rachide cervicale – ovvero le sette vertebre cervicali – viene leso da un brusco contraccolpo dovuto a un movimento innaturale e improvviso del capo. Si tratta di un’eventualità comune in seguito a un tamponamento: la testa si ritrova dapprima spinta con forza contro il poggiatesta e poi proiettata rapidamente in avanti.
Tra i sintomi più classici del colpo di frusta avremo dolore alla zona cervicale, irrigidimento del collo e del dorso, mal di testa, nausea, vertigini, ronzii alle orecchie. Nei casi più gravi possono essere riportati danni ai nervi spinali con conseguenze sulla mobilità di collo, spalle e braccia.
Proprio per l’ampiezza e la varietà dei sintomi è essenziale non trascurare i cambiamenti del proprio stato di salute, nell’immediato e a distanza di giorni, e fare sì che tutto venga accertato da esami medici accurati e documentabili. È questo anche l’unico modo per poter accedere a un congruo risarcimento.
La procedura del risarcimento danni da colpo di frusta e postumi
Dopo avere provveduto, se la dinamica del sinistro lo consente, alla compilazione della constatazione amichevole, in caso si sospetti di avere subito un colpo di frusta è importante recarsi al pronto soccorso, descrivere in modo esauriente i sintomi e sottoporsi agli accertamenti del caso, raccogliendo tutta la documentazione e i referti relativi all’evento.
Questi andranno allegati alla denuncia del sinistro e sono indispensabili ai fini del risarcimento, che in assenza di prove documentali potrebbe venire negato. È prassi che la compagnia assicuratrice richieda anche una perizia medico-legale di parte, prima di proporre un indennizzo che l’infortunato può accettare, ritenendolo equo, o contestare, dando il via a una causa ordinaria.
La disciplina in materia di risarcimento danni per incidente stradale e colpo di frusta è evoluta in senso restrittivo negli anni, al fine dichiarato di limitare denunce e risarcimenti per danni in verità molto più lievi e per leggeri stiramenti muscolari. Nel 2012 è stato modificato in questo senso l’articolo 139 del Codice delle Assicurazioni (D.lgs. 209/2005), rendendo più stringente la necessità di accertamenti clinici strumentali obiettivi (quali lastre, risonanze) ai fini risarcitori. Il decreto concorrenza (124/2017) ha confermato questo indirizzo.
La corte di Cassazione si è espressa successivamente per rendere predominante il parere medico-legale sugli esami strumentali, aprendo quindi nuovamente alla possibilità di dimostrare il danno anche in assenza di referti radiologici. In tutti i casi risulterà tassativa la necessità di provare, contro ogni ragionevole dubbio, la presenza di lesioni e stabilirne la gravità ai fini del risarcimento.
A questo scopo, il contributo di consulenti esperti, specializzati nel risarcimento dei danni biologici da sinistro stradale, può agevolare l’iter e renderlo più efficace e mirato. Il calcolo del risarcimento terrà naturalmente conto e distinguerà i danni temporanei dai postumi permanenti, i giorni di inabilità temporanea al lavoro e alle normali attività dalle ripercussioni permanenti sulla vita del paziente nel senso più ampio. Pur essendo i danni permanenti fortunatamente più rari nel contesto descritto, in caso fossero accertati comporterebbero il calcolo dei relativi punti di invalidità e un equo indennizzo secondo le relative tabelle.
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